Da tempo rifletto sull’inconsistenza generica e il dualismo insito in molti concetti. Definizioni astratte che dovrebbero orientare, mentre spesso confondono o portano contrasti…
‘rispetto’, ‘onestà’, ‘libertà’, ‘correttezza’ …Sento che non basta constatare che ciascun individuo ha i suoi criteri soggettivi in cui riconosce questi Valori come attesi o disattesi.
E’ una base, sì. I valori. Chiarificati davvero.
Alcune persone non sono neanche ancora arrivate a questo, mentre vivremmo tutti profondamente meglio essendo consapevoli di questo ‘campo soggettivo’ con cui ci muoviamo. E faremmo vivere meglio anche gli altri. Con meno giudizi. E più ascolto. Reciproco. Soprattutto.
Ma quando penso alla Fiducia, tutto cambia per me.
Ti sei mai chiesto cosa significa veramente fidarsi?

L’atto in cui vivi le cose, le persone, tutto…in quello spazio in cui ‘credi’…
Se mi spingo in questa direzione mi accorgo in modo sempre più significativo che il fidarsi si rivolge essenzialmente solo a sé stessi…mentre spesso lo si guarda fuori da sé.
“Mi fido di te…”
Quando accade non stai facendo altro che fidarti semplicemente di te? Del tuo sentire su quella persona, circostanza. Del tuo scegliere di entrare in contatto con qualcuno, per esempio…
Nel momento stesso in cui dici a qualcuno “ti rendi conto che mi sto fidando di te” o gli chiedi “posso fidarmi di te?” quello che sta accadendo è proprio il contrario, c’è qualcosa che ti impedisce la fiducia, quella completa, l’unica… ed esci fuori…in cerca di una rassicurazione, di un dettaglio in più…
Quale dovrebbe essere l’atto naturale se ti accorgi che la tua fiducia ha una flessione, un freno? Fare un passo indietro o semplicemente rivalutare il tuo sentire. Parlare anche sì…ma poi devi tornare dentro…e decidere…è lì che accade la fiducia…
Tutto succede grazie alla fiducia… che non è altro che un sinonimo di ‘credere’…
se non sai farlo, non puoi che impararlo…acuire quel senso…
Quando avevo 12 anni ho commesso un errore… di fiducia. Uno di quegli errori che segnano la vita. Questo errore ha toccato profondamente la mia fiducia e forse per questo ho osservato e riosservato cosa accade in me e negli altri in questo spazio. E forse per questo ho imparato ad osservare tanti dettagli. Tantissimi…
Nel corso del tempo tante volte ho constatato la contraddizione. Il credere che ti stai fidando. E il notare che, ad un altro livello, ti stai comportando come una persona che non si fida… A volte non riuscire nemmeno a notarlo…e perdersi nei segnali esterni…
Non importa quali siano le circostanze…
Quello che accade è che nel momento del confronto con il mondo esterno, con le persone, con un’amica, un cliente, un uomo…più cresce il rischio, la paura, il desiderio di non sbagliare, il voler evitare la sofferenza, a te, agli altri…soprattutto… più tutto questo è ‘tanto’, più inizia quel movimento contorto e contradditorio attorno alla fiducia…
Mi sono chiesta spessissimo – avendo questa attitudine ad osservare le ricchezze e le paure degli altri – fino a dove corresse la mia responsabilità e fino a dove stesse quella dell’altro…
Solo di recente ho ‘compreso’…quella comprensione che sta dentro…nello scrigno segreto di ogni uomo, di ogni persona…che l’essenza di tutto sta nel comprendere che la fiducia è personale, intima e nulla fuori può accadere per evitarti di entrarvi in relazione davvero…se quello che vuoi è vivere le tue esperienze pienamente…se ami “uscire dalla scatola”, se credi che sia un tuo diritto…
Il fidarsi è ‘silenzioso’ dentro…c’è un momento in cui ‘vivi’ il momento che hai scelto di vivere…completamente…
Quando ti fa stare bene…ci stai… è un crescendo stupendo, soprattutto se si tratta di un’incontro con un altro essere umano…
“farsi del male” od “essere feriti” è una cosa che non si può evitare con certezza, esiste semplicemente nella mente…rispetto a ciò in cui credi, a ciò in cui ‘credi di credere’ e a tutta una serie di arzigogolate sensazioni e pensieri che girano dentro di te…e calibrano la tua presenza nel mondo esterno…certo…se il dolore è tanto, è difficile accettarlo…la ferita di altri dolori si può riaccendere, dolori che pensavi placati…ti rendi conto che sono ancora lì…e che il tuo atto di fiducia ti ha portato in quel posto…
ma non c’è nulla altro da fare…è una cosa tua…è da lì che riparti, ti muovi, riascolti…perché non c’è nessuna altro posto, nessuna altra persona che possa decidere per te…la prossima volta…
perché se vuoi vivere veramente con gli altri…il come e quanto svelarti lo deciderai tu…ma sempre svelarti vorrai…altrimenti a che ti serve un incontro? Farti riconoscere qualcosa di te…esprimere spontaneamente…uscire fuori…
c’è forse un unica cosa che può sembrare rientrare nel campo dell’altro: è ciò che ti viene detto. “Posso fidarmi di te?” Il ‘credo nelle tue parole’…ma si sa…la parola non è tutto. Anzi. Non è che un piccolo pezzettino e ormai molti sanno che quel pezzo è un pezzettino…che va raccordato con il resto. Ciò che vedi o percepisci. Il corpo cosa dice?
Il corpo mente molto meno della parola…
E quindi tutto torna a te… tra te e te…
Quello che è accaduto fuori non è altro che un errore o un’esperienza senza riscontro con la tua essenza…ovvero un risultato diverso da quello che ti aspettavi…da quello che credevi ‘potesse essere il risultato’…prima di cominciare…
Credo che sia tempo di rendersi conto che aspettarsi dagli altri questa fiducia che deve nascere dentro noi stessi, è un’inganno alla nostra realizzazione.
Senza fidarsi – ovvero senza esercitare quell’intimo atto di ascolto verso noi stessi – nessun amore è possibile, come non è possibile nessuna azione che contenga la tua ricchezza, che porti ad emergere una tua dote o a realizzare un tuo sogno o un impegno…che è vivere nel tuo essere e lasciare che esploda, che si manifesti. Com’è. Dalla sua essenza.
e mentre scrivo…ho un po’ bruciato l’arrosto! 😉