due parole. voce del verbo Amare

“ho scritto Ti Amo sull’erba… “

le parole d’amore sono belle… e dirle è un atto di stravolgente bellezza…

e comunque… “parlare d’amore” è riduttivo, bisogna amare e basta.

amare. amare richiede coraggio. Coraggio.

Coraggio di spegnersi completamente per poter vedere la sostanza di sé E dell’altro, con le sue ombre. Con tutto.

Ti alzi la mattina e ami, vai a fare la spesa e ami. Inciampi per strada e ami. Incontri un sorriso e ami. Ami e senti che puoi.

E poi ami il tuo cuore. Il tuo essere… e dedideri sentirti amatosono due cose. Non una. Amare e essere amato.

Viviamo nella costante attenzione all’amore… distorta dal tentativo di definirlo. Ma come può definire una farfalla? La sua bellezza. Il suo essere. Ciò che può trasmetterti?

Anche se sei imperfetto 😉 hai amore dentro da DARE. e Anche se sei imperfetto 😉 hai amore fuori DA RICEVERE. Codici diversi magari… ma tutto alla fine riporta alla nostra essenziale voglia di essere vivificati. Resi vivi. Nel mondo. Per come siamo e contemporaneamente per come sentiamo di poterci trasformare.

Vivere nell’amore è riconoscerlo in ciò che c’è… semplicemente perché lo lasci risuonare… e espandersi per amare ancora di più… 

In qualsivoglia forma…

Nessuno può dirti cosa è o cosa non è vero amore. Perché quando lo sta facendo non sta nel cuore, ma nel pensiero. Non sta amando. Sta teorizzando.

Nel pensiero stanno le trappole più grandi che limitano ciascuno di noi. Tutti. Maestri compresi. Loro di più…

Amare è fatto di atti… molti dei quali stanno fuori di te e al di là della parola. Partono dal cuore per arrivare da qualche parte… fuori… o dentro…

Amare sé stessi è un atto altrettanto coraggioso e richiede di spegnere completamente tutto ciò che arriva dalla mente e da fuori, per potersi vedere. Liberi. Nel nostro essere. Riconoscersi.

C’è così tanta strada da fare semplicemente con questo scopo… che ci è data tutta la vita… e quando finisci muori. Muori perché c’è qualcosa di te che non hai amato completamente e al quale non sei riuscito a dare una occasione… Non c’è altro: l’altra morte, quella in cui hai semplicemente finito… quella ti lascia col sorriso.

in questa immensa vastità dell’amAre… è altrettanto un atto d’amore concedersi il diritto di desiderare di sentirsi amati da altre persone. A sfumare apprezzati. Stimati. Riconosciuti come esseri…meritevoli d’amore.

E’ un’altalena. Io. Tu. Noi. Voi. Loro…

Viviamo tutti con le nostre altalene vedersi e vedere… e nel mezzo scivolano le nostre paure… anche esse fanno parte di noi. E meritano di essere amate perché solo così le potremmo lasciare andare.

Non ci si libera da una paura cacciandola. Tornerà dalla porta segreta nel futuro. Ce se ne libera osservandola. Vedendola. Riconoscendola.  Salutandola. E’ un commiato. E quando va via ci sentiamo espandere… dal cuore. E da lì possiamo vedere ancora meglio…

Il cuore brucia quando chi dice “ti amo” svanisce. Perché? E’ un incrocio fuori dall’amore… Per quale arcano motivo alcune persone hanno così tanto bisogno di sfuggire gli adii… se non perché non amano abbastanza… non l’altro. Non quello da cui sfuggono. Non hanno abbastanza esperienza di Amare. sé e l’altro al contempo…

Amare è nell’eterno…

Se ami… ami. Non ci sono altri spazi. Perché già questo è immenso.

E poi c’è la pratica… <3

Buona estate

Amore un tanto al chilo. E la paura vince tutto

È San Valentino… il tam tam di face book sfoggia le più belle e ardue definizioni dell’Amore.

 

Leggo… poco convinta. Qualsiasi cosa mi appare vera solo in parte. Manca una sfumatura, si trascura un dettaglio…

tutto questo “cos’è-cosa non è”… mi trasmette separazione

Non so voi… mi stanno strette. Tutte. Anche le più belle.

L’Amore non si può definire. Definirlo è limitarlo e quindi chiuderlo nella mente.

Dopo tanti anni e giri col pensiero e con la vita a rincorrere il miraggio legato alle definizioni e non riuscire mai a chiudere quel cerchio, mi sento semplicemente di dire che l’amore non si definisce. L’amore SI FA. L’amore di DA. Sicuramente SI RICEVE. E SI E’…

noto sempre più spesso che in tutto ciò che abbiamo bisogno di classificare, di codificare trovo intrinseca solo paura… disarmante, sottile… nascosta…

Come fai a dire a una persona questo non è amore?… magari per lei lo è… questa espressione cela solo una mancanza… lo puoi osservare? Io sì… a volte mi capita…

Mi ricordo qualche estate fa, nella spiaggia del laghetto dove ero consona andare a prendere il sole e ritrovarmi a dialogare con amici e sconosciuti, di aver toccato questo tema. L’Amore!

E’ incredibile ma se provi a chiedere a qualcuno

COS’E’ L’AMORE, PER TE?”

la maggior parte cerca la risposta sospirando… li cogli a ricercare tra i ricordi quel qualcosa che non c’è, pensando a ciò che manca.

A ciò che manca di ricevere… e che vorrebbe.

E’ un paradosso! L’amore… così generoso… eppure la maggioranza lo cerca di incasellare attraverso la percezione di ciò che riceve…

Allora ho cambiato la domanda e tutto è diventato più silenzioso. Come quei momenti in cui uno si interroga per la prima volta su un tema importante.

“TU COME AMI?”

Le parole non possono descrivere il tutto. Di questo possiamo renderci conto ogni volta che ripensiamo ad una situazione, un attimo… in cui abbiamo amato. O in cui ci siamo sentiti amati. … sono attimi. E vivono grazie all’atto di amare…

Questo mi sento di dire oggi…

non perdere tempo a classificare o definire…

hai il potere di trasformare l’Amore da OGGETTO di desiderio a VERBO… DI AZIONE puoi sentire quanto è grandioso… potente, quanto può invadere la vita, essere per molti, essere ovunque, diventare te…

SEI amore… comunque… ama, ama, ama… ama fino a renderti conto che lo spazio dentro è talmente immenso che c’è posto per sperimentare ancora e ancora…

… anche oggi…

Buon San Valentino >3

 

Michela

 

 

PRINCIPI, RANOCCHI, PRINCIPESSE E STREGHE. La trama della favola… in tempi moderni.

dicono che

“in amore decide tutto la donna”

... non è vero.

Ho sentito spesso questa frase pronunciata sia da uomini che da donne.

certo, la donna può far molto. può far sentire il suo uomo fiero di sé, riconoscergli i suoi gesti, approvarlo, lasciargli spazio. fidarsi.

ma c’è anche l’uomo. e se l’uomo non ha coraggio iniziale, cura e costanza a sua volta nel far sentire la donna importante – la PIU’ importante e amata “qualsiasi cosa accada”, sicura… il ciclo positivo si interrompe. E viceversa anche.

 

 

È in questo ciclo positivo che si crea l’equilibrio dinamico. la possibilità per ciascuno di manifestarsi per quello che è. di comprendere sì, ma anche di rispettare il proprio spazio intimo. per come ci si sente. davvero. inutile pretendere. Da sé o da altri. Il gioco delle emozioni non può partire da una pretesa.

nel disequilibrio, nascondersi è aggravare il sentire già affaticato. per entrambi. È raffreddare le emozioni positive. la spontaneità. La fiducia.

 

peter pan deve trasformarsi in principe da solo se a casa vuole una principessa.

E la strega  – il meglio che può fare se non sta bene – è allontanarsi, se vuol esser principessa. non baciare. non parlare. non spiegare. non istruire… non subito.

 

ti bacio quando sento che posso venire verso di te, non quando il corpo si trattiene lontano. È essenziale evitare la confusione. dentro e fuori. tra te e te. e con l’altro.

non si è mai visto un eroe che ha la donna che gli mette a posto il cavallo prima di saltar su. o che gli da le bastonate.

al massimo può guardarlo con fiducia e dirgli “MI sentirei più sicura se tirassi la sella”. ed esprimere come si sente – in seguito a un suo gesto.

 

ma se lui si offende, si allontana o punisce per questo… non sta facendo la sua parte. in quel momento non può chiedere. è il tempo di dare. senza condizioni. o attendere. per dare.

 

quando una donna si sente sperduta delle sue stesse emozioni è lì che l’uomo ha la sua grande occasione di manifestare la sua PRESENZA. non servono parole. sono i suoi gesti che fanno la differenza. devono essere gesti generosi. sicuri. deve saper ricreare l’equilibrio.

è sua la conquista.

 

la donna… fidandosi, avrà l’opportunità di aprirsi di nuovo. come un fiore. e accoglierlo. di nuovo.

 

un rapporto richiede cura. richiede principi e principesse. ogni giorno.

esserlo su qualche isolotto sperduto e seduttivo son capaci tutti.

esserlo nella semplicità delle cose… pochi.

mettere lo stupore in un dialogo, curiosità, interesse, fiducia… al supermercato, dal giornalaio, in bagno…

è un po’ come confrontare il sentirsi ricco di uno che vince al superenalotto. appena ha vinto. rispetto al sentirsi ricco prendendo in mano l’euro che ti serve per metterlo nel carrello della spesa.

 

tanti dicono che sono le piccole cose che contano. ma pochi le contano con atteggiamento e gratitudine. regolarmente. È un notare. E devi deciderlo se lo vuoi nella tua vita.

È così che il primo giorno ti corro incontro col sorriso a braccia aperte, il cinquantesimo ti apro al citofono senza chiedere “chi è” e il centesimo(che poi non sono altro che 3-4 mesi) ti lascio ad aspettare con la cena pronta mentre sto facendo un “più eccitante” aperitivo con gli amici… o – più attuale – una chattata su facebook.

È così che si arriva a guardare più tv che occhi. Più facebook che persone vere. a trovare intrigante svegliarsi la mattina e andare a chetare con un estraneo/a invece che allargare un bel sorriso a lei/lui che E’ LI’ per te. mettendosi in gioco, alito compreso.

 

Ora ditemi – uomini che avete bisogno di sfide e donne che volete essere rapitedov’è  più facile stupirsi? sul “giornale quotidiano” di fb o davanti al vostro compagno?

Qual è la vera sfida vera?

 

– inviare il lesto POLLICIONE a un estraneo che fa una battuta suadente

– o posare il simbiotico telefono. non parlare degli altri. silenziarsi. prendere un bel respiro profondo e sincronizzato e sentirsi immensamente grati di QUEL momento. e sentire che basta. tu e lui. tu e lei. essere lì presenti?

e per quale motivo può valere la pena di fare la coda ad un supermercato, correre a destra e manca la mattina, cucinare, fare chilometri, comprare dei fiori?

 

lo fai per gioirne tu stesso e farne gioire qualcuno che sta col tuo essere tutto intero o per vedere quanti like avrà la foto su facebook?

 

non si tratta di fare il processo a facebook.  A me piace.  Ci sono mille altri esempi di scelte di assenza. il mio intento è solo di trovare risposta a questa domanda…

 

di cosa puoi fare a meno? Se ti mancasse…

 

… cerchi la strada più facile?

lo so per me. non per il lavoro che faccio o quello che ho studiato. non in teoria. lo so in quanto donna. per la donna che sono.  ho scavato per saperlo. ciascuno può saperlo solo per sé.

bisogna avere voglia di uscire dai propri alibi. e guardarsi interamente nella propria natura. bisogna arrivare al coraggio di distinguere i bisogni tuoi dai suoi. le tue paure dalle sue. Riconoscere il desiderio del desiderio…

un soldo per i tuoi pensieri. quelli che non puoi condividere con nessuno – forse neanche con te stesso a voce alta. quelli da cui ti nascondi.

con chi è più facile flirtare nascondendosi dal bisogno di approvazione? con un’estranea? con qualcuna che chiami “amica” ma ti esorta a flirtare col mondo intero sapendoti impegnato? Con chi ti tiene agganciato nella superficie dei tuoi e suoi sentimenti… e ti facilita il gioco della fuga o con la persona con cui vivi la tua relazione?

 

cosa stai facendo? mentre fai quello che stai facendo?

 

Sicuro che stai in un dialogo tra persone? O stai scegliendo situazioni in cui è illusoriamente più facile. Parziali. in cui mettere non TE, ma l’immagine più “x” che stai creando di te.

se sei impedito in un discorso non stai parlando con un amico. forse stai tenendo aperta una porta sulle tue possibilità. tieni quella parte di te che hai timore di condividere con il tuo lui o la tua lei… e la esprimi ad un altro, dove corri meno rischio. in un luogo che chiudi con un clic.

 

ma cosa stai creando?

stai facendo una gita in compagnia o stai vivendo un rapporto?

un rapporto non può basare sui silenzi vuoti.  e nemmeno sui segreti intimi.

 

Un rapporto si vivifica quando è carico di silenzi pieni intervallati da dialoghi. Dialoghi che corrono come fluido senza trovare barriere.

non occorre dirsi tutto. no. ma se puoi avere  con qualcuno che non è la persona più vicina a te, quella in cui puoi entrare mentre fate l’amore… conversazioni più intime di quelle che puoi avere con lei/lui, se il tema non è lei/lui o qualcosa che potresti raccontarle o qualcosa che le taci con un buon intento per lei/lui… stai giocandoti la posta più alta.

e  allora ritorna la domanda.

di cosa non puoi – anzi non vuoi – fare a meno?

Qual è la cosa che non sei disposto a perdere?

 

beh… della cosa di cui non puoi fare a meno… di quella devi occuparti. ogni giorno.

 

questo è avere un rapporto che fluisce. creare un meraviglioso scambio. Oltre la diffidenza. Oltre la scontatezza.

 

generare una sensazione di solida decisione di chi / cosa vuoi… per la quale la mancanza di un caffè, un pallino verde, una telefonata vuota… sono una eccezione e in quanto tale possono solo generare una occasione di amorevole comprensione. una risata. Siamo complici… in un gesto di amore libero.

 

L’unicità è dettata dal renderti conto che l’essere che hai di fronte è fatto di immense sfumature. Che se sai già tutto non potrai esserne curioso e ne perderai dei pezzi.

Richiede che il principe si renda conto che la principessa non pensa e sente come lui. Che non c’è una lotta a chi vince. Che il dialogo tra il maschile e il femminile – diversi – lo devi usare per comprendere e valutare i tuoi atteggiamenti con la tua compagna/compagno e non per fuggirli laddove è più facile. Che se sei critico con chi hai e aperto con chi non hai… non sei aperto affatto. È la differenza tra guardare un film e viverlo.

È comprendere i propri bisogni primari e quelli dell’altro.

 

E’ un gioco virtuoso e funziona più o meno così:

LA DONNA HA BISOGNO DI  

L’UOMO HA BISOGNO DI

1. Sollecitudine
2. Comprensione
3. Rispetto
4. Devozione
5. Rassicurazione

1. Fiducia
2. Accettazione
3. Apprezzamento
4. Ammirazione
5. Incoraggiamento

*tratto da “Gli uomini vengono da marte, le donne da venere”

E vanno a braccetto. 😀

1. Quando l’uomo mostra interesse per i sentimenti della donna ed il suo benessere, lei si sente amata e protetta. Questa sollecitudine la fa sentire speciale. Lei inizia ad avere maggiore fiducia e diventa più aperta e recettiva. La fiducia trasmette all’uomo la sensazione che sta facendo il meglio per sé e per la sua compagna.

2. Quando un uomo ascolta senza giudicare una donna che esprime i propri sentimenti, lei si sente ascoltata e compresa. Questo fa sì che lei non cerchi di cambiarlo e lui si sente accettato. Non perché lei lo ritenga perfetto, ma non sta cercando di migliorarlo, perché sa che lui penserà a migliorare sé stesso.

3. Quando l’uomo rispetta i diritti e bisogni della donna lei si sente amata. Con segnali concreti di questo rispetto come ricordarsi un evento, mandarle un messaggio, essere attento in momenti per lei importanti la donna si sente rispettata e comunica con facilità il suo apprezzamento all’uomo. L’uomo comprende il valore dei suoi gesti ed è incoraggiato a farli di più.

4. Se l’uomo da la priorità ai bisogni della sua donna è fiero di sostenerla e soddisfarla senza che lei debba recriminare… lei si sente speciale. Una donna ama sentirsi speciale e amata. Questo accade quando l’uomo tiene in considerazione i sentimenti della sua donna mentre si dedica ai suoi altri interessi. Lei così lo ammira. E lo accoglie con stupore e gioia. Un uomo che si sente ammirato ha la sicurezza di poter offrire alla sua la consapevolezza che lui la adora.

5. Quando l’uomo mostra con costanza, coi gesti e le parole alla compagna di amarla, di capirla e rispettarla e di essere grato della sua presenza nella sua vita, soddisfa il suo bisogno primario di rassicurazione. Lei si sente oggetto di amore e non conosce fatiche o cedimenti. Per l’uomo è normale pensare che una volta soddisfatti i primi 4 bisogni la donna si sena felice e sicura, ma non è così. La deve rassicurare con una continuità. E così lui. Che ha bisogno di incoraggiamento. Un uomo da il meglio quando i suoi bisogni sono soddisfatti. Ma se la sua compagna lo sollecita invece che basarsi sulla fiducia la relazione ne risente.

 

Eccovi il possibile intreccio. L’uomo da. La donna accoglie. E da a sua volta. E si innesta un ciclo virtuoso 

E’ facile comprendere che non può basare su un interesse e attenzione unilaterale. L’uomo conosce sé stesso e la sua donna. La donna conosce sé stessa e il suo uomo. Dagli stessi fatti possono nascere circoli viziosi o circoli virtuosi.

Decidi tu.

Io posso solo dirti che sapere queste cose… non ti basterà :-). Sapere non basta. Bisogna viverle. Metterle in atto. Impararle nell’esperienza. E non aspettarsi che tutto luccichi da solo appagandosi solo delle parole “ti amo”.

Anche l’argenteria più bella va lucidata. Curata. Coccolata. E in un rapporto da coccolare sono in 3: tu, l’altro, il rapporto!

Poi si sa, il supermercato degli sconti è sempre aperto. non sempre si trovano buoni affari… non di lungo periodo di certo.

Ma alla bottega delle buone occasioni … può darsi che tu sia tra quelli che pensano di aver fatto un buon incontro. l’occasione è lì. artigianale. Unica.

 

viverla richiede che tu decida…  vuoi essere il protagonista di una storia o fare indigestione di caramelle?

 

Una strada e un’altra. Nulla di più. L’unica cosa che non puoi immaginare è di percorrerle contemporaneamente. È impossibile.

Non perché sono distanti. Non perché siano brutte. Semplicemente perché la strada del principe e la principessa richiede – come ogni strada in cui metti in gioco la tua essenza – di crederci e che ci cammini al 100%. Completamente. E il solo fatto che ti ci sei incamminato non ti toglie gli ostacoli.  Ti offre decisioni.

 

Decidi tu!

E mentre tu decidi l’altro può sempre trovare un buon dolcetto da qualche altra parte. ;-D

 

Buone favole!

Michela

settembre e il presente indesiderabile

…fuori c’è ancora un bel sole che riscalda, fa quasi contrasto col freddo che inizia a sentirsi addosso in questi giorni…

non so se è settembre. non so se è questo mese che mi è sempre sembrato l’inizio della fine. la fine di un anno. la fine del periodo più gioioso. la fine dei progetti disegnati l’anno prima… il suo numero: 9. la fine. la chiusura.

so che in questi giorni continuo a pensare a come funzionano le cose tra le persone. ancora. il più delle volte. che siano contatti di lavoro o relazioni private. trovo che quando qualcosa inizia e fluisce arriva spesso il momento in cui… si perde di vista la gratitudine. e la danza dei desideri ha inizio. all’espressione si sovrappone l’impressione.

il desiderio è per qualcosa che non c’è. è viaggiare nell’ASSENZA. è stare nel FUTURO.

la GRATITUDINE è per qualcosa che c’è. accade nel PRESENTE. è la forma più essenziale di RICONOSCIMENTO del PRESENTE.

ci puoi entrare dentro per un po’. immergerti. e non occuparti più della dura legge del dare e avere. sei. puoi donarti. essere completamente dentro le tue azioni. quali che esse siano.

lo fai e ti senti bene. tutto ha un suo equilibrio e nulla stride. puoi apprezzare l’altro senza timore che questo implichi soffocare tè e puoi sentirti apprezzata senza che nulla, proprio nulla debba, essere fatto. e viceversa. tu vedi. l’altro vede. e si sta bene in presenza.

poi improvvisamente arriva lo strattone spigoloso dei desideri. il bisogno del desiderio. di cui divieni l’oggetto o il soggetto. e si rompe l’incanto. Un desiderio che nasconde la paura. la paura del presente che ti si offre DA VIVERE!

è guardarsi dentro invece che vedere fuori. e si pensa. o si è pensati. come se entrambe le cose non potessero più stare assieme. come se il dare congedasse dal ricevere. come un dazio da pagare… e invece che continuare a mostrarti inizi a sentire di dover dimostrare. e viceversa…

non puoi più assecondare il vedere, perchè il bisogno di desiderio richiede mancanza. e la mancanza viene dalla distanza.

fuggire. per essere rincorsi.

girare le spalle. per rarefarti. renderti rara. 

mi chiedo quante persone conosco che sono in grado veramente di avere una perla senza darla mai per scontata. senza possederla. senza dimenticarla solo perchè è “loro”

quante persone conosco, uomini e donne, che possono svegliarsi al mattino e riescono a considerarsi fortunati e GRATI di quello che c’è.

chi si chiede “cosa posso fare per rendere omaggio alla giornata della persona che più conta per me, per farle sapere che è importante?”

quanti vanno a letto e sono riconocenti delle persone che hanno attorno – INCLUSO SE’ STESSE – , senza che vi sia un motivo. non perchè ti danno qualcosa. non perché sono belle, simpatiche, interessanti… solo perchè SONO. SONO QUI. ti sono capitate accanto e questo arricchisce la tua vita. TI FA VIBRARE MAGGIORMENTE. e hai semplicemente voglia di dire

“GRAZIE CHE SEI QUI. CHE SEI QUELLO CHE SEI”

non so se mi piace, ma fin da ragazza pensavo che il tempo futuro non è scontato. io NON SO cosa può accadere domani. per questo sono piena di voglia di vivere. per voglia di vivere non intendo “prendere tutto quello che c’è da prendere”. intendo POTERMI DARE COPLETAMENTE con tutto quello che sono, che sono stata. con tutta la forza.gioia.energia.tristezza.incoerenza.ampiezza. che sono dentro di me. in base a quello che sento. senza puntarmi su qualcosa che non ritengo essenziale. FACENDO SAPERE A CHI STA NELLA MIA ESISTENZA QUANTO DI BELLO VEDO.

non riesco a capacitarmi che si possa avere voglia di distanziarsi da qualcosa che ci fa beneper renderci conto che ci fa bene. credo siano semplicemente FUGHE!

 

domani potrei essere morta. tu potresti esserlo. domani può essere anche tra un minuto. ci hai mai fatto caso?

mi chiedo “perchè esimermi?”. e non trovo risposta. ho scavato. dentro. non c’è.

trovo assurdo allontanarmi da chi amo per essere amata. limitarmi con chi apprezzo per essere apprezzata. sono quello che sono. e così tu. lasciare spazio è diverso che allontanarsiamare è un momento. un gesto che può appartenere ad un amica in cui intravedi un abbraccio, un momento in cui “sei lì” totalmente per la persona che ha acquistato il tuo servizio, o per te mentre ti metti una crema. o qualcosa di più grande. per una persona con cui senti la voglia di condividere qualcosa di più… non c’è fretta. c’è un tempo pieno. completo. non c’è nulla da correggere quando entrambi si manifestano. e basta. non c’è nulla di scontato. e non c’è bisogno di ritirarsi. domani esiste nella tua mente e non “sai già che avrai quello che hai avuto oggi” perchè non c’è sapere che tenga rispetto al vivere.

trovo assurdo smettere di meravigliarsi di una persona. smettere di osservarla e coglierne le sfumature.

trovo assurdo intrappolarsi nel movimento che costringe ad una scelta. do o prendo.

trovo assurdo negarmi quando ho dentro una spinta a darmi. solo perchè l’altro si è  inceppato a prendere.

SOTTRARSI. fa male. non si vince niente quando lo si fa.

se sto male mi devo spostare. è diverso

se non sto bene in un posto. mi sposto.

se non sto bene con qualcuno. mi sposto.

se sto bene.. resto.

tu, se stai bene, resti? ti siedi o ti dai? vedi o guardi?

ogni incontro non è che incamminarsi vicino e vicino. a renderti conto che ancora tanta distanza separa due anime. che c’è un io e c’è un te. un’immensità. non c’è fretta di trovarmi un posto fino a che mi vivi pienamente. sono gli armadi quelli che sistemi una volta per tutte. (e forse neanche quelli) non le persone. le persone possono avere uno spazio. puoi decidere di lasciare uno spazio. e continuare ad osservare quello dell’altro. entrarci. bussare. uscire garbatamente accostando la porta. lasciare un biglietto…

una persona non è una valigia in cui metti delle cose tue per fare un trasbordo e che riponi in cantina quando hai finito, salvo riprenderla per un’altro viaggetto.

se la vuoi vicina veramente devi vederla nel suo insieme. devi poterti chiedere cosa è importante per lei. cosa vive. e per trovare le risposte devi avere voglia di avvicinarti. garbatamente. alla SUA vita. senza invadere e senza strattonare. e di fare spazio… nella TUA. SONO SPAZI CHE SI FONDONO. AMPLIANDOSI.

le vite non sono autostrade singole. sono intrecci con altre vite. è così che diventiamo quello che siamo. ogni momento.

che tu rincorra o abbia la fortuna di camminare nel presente… sono sempre i PASSI CHE FAI VERSO a farti vedere la persona negli occhi. dentro. dove lei /lui è. e in qualche modo si guarda assieme da qualche parte… AVANTI.

QUELLI IN CUI VAI VIA ti fanno vedere solamente le sue spalle. tè stesso. e le tue proiezioni…

anche se energie maschili e femminili sono confuse ogni giorno, non può ridursi tutto ad avere bisogno che l’altro MANCHI per rendersi conto che VALE. CHE LO VUOI NELLA TUA VITA. c’è un luogo nel presente in cui ciascuno di noi HA UN MASCHILE E UN FEMMINILE e può rendersi conto di cosa vuole veramente… e  renderlo PRESENTE nella sua vita. e  FARE LA PROPRIA PARTE: ESSERE. ESSERCI. COMPLETAMENTE.

MANCARE è UN MIRAGGIO.

Da questa prospettiva… non so se voglio essere nei sogni di qualcuno… Mi piace l’idea di essere parte dell’esistenza di qualcuno. Così come viene. Per come mi viene. Liberamente.

se credi che porto qualcosa di bello nella tua vita ed hai l’esigenza di tenermi lontana… tutto quello che hai sperimentato di me SVANISCE. io non sono i tuoi pensieri. può restare vicino il mio corpo. forse anche le mie parole o le mie paure. ma non sarò mai completamente lì. puoi tenermi dentro un messaggio o in un pallino verde acceso su fb… non non sono io.

se vuoi prendere solo pezzi di me e non hai ancora incontrato tutto l’intero… non potrai avere tutto in ogni momento. tutto è dove non hai bisogno di esaminare. dove non hai bisogno di immaginare. tutto è solo ed unicamente QUI.

prima DECIDI e poi VIVI.

e non INTANTO VIVI e poi DECIDI.

fa una grande differenza…

io non sono l’idea che ti vuoi fare di me mentre non ci sono. nessuno lo è. sono l’odore che ti lascio attorno. sono il calore di quell’abbraccio. e forse domani ce ne sarà un’altro – diverso. sono il suono di una risata. o una bizza inattesa. sono il silenzio che ti posso offrire. sono le mie onde. e il battito del cuore. sono il suono speciale di una carezza. la vibrazione che solo tu puoi sentire in mia presenza…

…perchè SONO presenza. PRE-SENZA. “sono tutto” quello che hai di me PRIMA di RIMANERE SENZA.

è questo che sono le persone! è questo che sono gli animali. e tutto ciò che ha vita… che scorre trasversale attraverso il tempo…

nulla è garantito quando vivi. se non il vivere stesso. senza filtri. e per vivere devi smettere di desiderare e divenire DESIDERANTE. aperto senza timore al tuo diritto di volere. aperto al mistero. coraggioso verso ciò che… VUOI.

 

VOGLIO!

che magica parola. sepolta e impolverata da tanti preconcetti. regole di finta educazione…

 

IO VOGLIO TE! 

che suono meraviglioso hanno queste parole. solo al pronunciarle dentro. chiare. stentoree. per sé stessi. o per qualcun altro!

trasmettono un allure da impavidi cavalieri!

se sei un uomo: fai il primo passo. agisci. 

se sei una donna: accogli. apri il tuo spazio e ricevi.

nessuno deve soffrire. se tutti OSANO VOLERE!

 

E’ settembre. Il principio della fine… necessaria per ogni nuovo inizio.

E’ settembre. Un mese incredibilmente adatto per chiederti “COSA VOGLIO?” e fidarti delle risposte che custodisci nella pancia.

E’ settembre e il solstizio è già passato. La luna calante ti avverte di liberare spazio. Se c’è qualcosa che non vuoi… liberatene.

Ma se c’è QUALCOSA che VUOI , QUALCUNO che VUOI… LASCIA CHE LA GIOIA DI AVERLA RISUONI DENTRO DI TE e tutto prenderà forma.

 

 

 

 

 

la completezza si percepisce quando si accetta il vuoto e ci si sforma

Driiin suona il cellulare… una cliente. Una donna-bambina arrivata da me per ‘trovare la sua strada nel lavoro ed esprimere veramente sé stessa’… è passato poco tempo…

 

Avevamo iniziato così… ma nel mio s-coaching l’obiettivo non è quasi mai quello che il cliente dice di volere… il più delle volte quello è solo un segnale. il loro essere esprime il luogo profondo in cui nasce la difficoltà… lì dove hanno bisogno di andare oltre la forma… dove si sformano… non so se ho imparato a riconoscerla in un’aula o nelle stesse difficoltà che la vita mi ha offerto… non so… è qualcosa che noto… da sempre… un segnale parla più delle parole e rivela la sofferenza… il distacco… là dove c’è la disaggregazione… dove usualmente l’anima pulsa per uscire… là dove puoi liberare il tutto a prescindere da cosa quell’essere se ne farà nel concreto perché quasi sempre d’amore si tratta.

 

Amore. Quello che vogliamo tutti. Quale che sia l’oggetto. Quale che sia il soggetto. Siamo sempre noi. Un riflesso. Amanti allo specchio…

 

E più mi sformo io stessa più ampiamente vedo…

Alcuni non vogliono essere guardati lì dentro e scappano… altri si sentono finalmente a casa perché capiscono che non li guardi… li vedi… e semplicemente accetti quello che dicono mentendo a sé stessi senza giudicare… e senti che potrai accompagnarli per un pezzettino… e sai – che la strada – sempre è la loro. Come loro è la casa. Ciascuno è sé…

Siamo tutti così. La vita intera si dissolve nella ricerca all’esterno o all’interno di qualcosa che ci porta sempre in quella casa: la completezza…

Lei ha avuto  per un momento la sua occasione dentro: quella sensazione che ti dice che ti trovi davanti alla persona con cui affrontare il tuo viaggio dell’eroe.

E poi – come in tutte le storie – se c’è un eroe, c’è una sfida. Già perché il viaggio dell’eroe non è una passeggiata e c’è di strano che la sfida non è mai quella che il tuo linguaggio può capire facilmente. La sfida parla il linguaggio dell’eroe che non sei ancora. Ti chiama… per confonderti. O per vedere se quello che vuoi lo vuoi veramente.

Altrimenti non importa… arriverà un’altra chiamata. E’ solo questione di tempo e la vita ti offre quello di cui hai bisogno per affrontare il tuo cammino e perché ciò che sei destinato ad essere… sia…

 

Driin… “volevo dirti che…” “tengo a spiegarti che…”… parole che sprigionano logica. Parole che esprimono: la sfida  è andata come doveva andare…  io lo sapevo già da una settimana… lei non ancora…

voglio aiutarti un’ultima volta e ti invito a tacermi le tue motivazioni. Sono intime. Sono private. Sono tue. La loro espressione rivela un bisogno che sta molto più in superficie della tua battaglia. Quella vera.

 

Perché spiegarsi? Vuoi dirmi cosa è giusto e cosa è sbagliato? O vuoi che te lo dica io? Tutto lo è. E nulla lo è.

 

Fai le tue scelte creatura meravigliosa e fai in modo di non doverti giustificare con nessuno.

Ecco cosa significa veramente vivere connessi con tutto il proprio essere…

Il vuoto che hai dentro sempre meno lo cerchi di colmare con l’approvazione, con lo spiegarti… la tua forma si espande… la sformazione è in atto. E tu diventi l’immensità che sei. Nel tuo corpo e oltre.

Entrare dentro di sé a prendere le proprie decisioni. Sentire nel profondo la cosa migliore per noi in quel momento – anche la più bizzarra – e sentirsi a posto… qualsiasi strada prendi ti porterà dove vuoi andare…

E se il tuo inconscio è stato più forte di te nel decidere per una strada che ti scosta da quella che sentivi finalmente adatta… fai quella. Sono le tue sfide. È la tua vita. Fatta di capitoli che riempiono il tuo racconto...

Una puntata dopo l’altra in cui il protagonista può scegliere di andare o tornare sui suoi passi. Completare qualcosa che ha lasciato in sospeso. O accettare l’incompiuto. Tutto è equilibrio se smetti di parlarti ed inizi ad ascoltarti… il tuo essere “sa”…non c’è molto da sapere…

Non è un coach o un vile incontro o altro che faranno la differenza per te nella vita. La differenza la fai sempre e solo tu. E ciò che puoi riconoscere di te da quegli incontri e come li vivrai…

Tu quando cammini a testa alta qualsiasi scelta fai. Tu quando ti senti il cuore gonfio di gioia invece che di tristezza. Tu quando puoi amare e lasciarti amare allo stesso modo. Tu quando smetti di aver bisogno di aiutare chiunque per sentirti che vali qualcosa. Tu che sei orgogliosa della tua gioia come del tuo pianto.

La dignità nasce e muore dentro di te. Che sei una donna bambina. Come tante. Come tutte. Che hai la grinta e la fragilità di chi ha vissuto gli estremi. Di chi è forte fuori mentre vorrebbe solamente sciogliersi tra le braccia di una mamma di tanto in tanto.

Tu che reclami con gli occhi abbracci che non hai ricevuto. Consensi negati e attese altrui. Tu che a tua volta ne avrai negati o dispersi nel vento della paura.

Sono piccoli piccolissimi dettagli che scivolano fuori assieme alle parole. Le tue parole rivelano a che punto sei del tuo cammino.

Come ti comporti con me, se salti un’appuntamento o ne cancelli un altro possono essere importanti verso di me. Ma non allo stesso modo per te. Chissà forse devi sperimentare l’imperfezione. Forse devi sapere controllare diversamente. Forse devi giocare con la vita invece che giocartela.

Cammina dritta donna-bambina. E se sei stanca siediti. Forse te lo sei meritato un ristoro.

E poi rialzati e cammina ancora. Se vuoi urlare urla. Se vuoi piangere piangi. Se vuoi ridere ridi. Ascoltati. Ascoltati coraggiosamente.

Non c’è logica nel vivere dentro la logica. Essere è uno spazio immensamente ampio in cui rendiamo conto solo a noi stessi perché noi e solo noi possiamo occuparlo…anche quando sembra tanto grande da volerlo dividere con altri. Anche quando è vuoto, perché è il tuo corpo è donna.

Immergiti dentro te stessa. E lasciati sgorgare fuori. Come acqua puoi fluire nel mondo. Scrosciare incontrando un sasso. O fermarti un po’ in un ansa.

Ricordati che la tua vita non è solo tua. E’ di tutti perchè tu sei in tutto e tutto è in te.

Tu sei il  fiore che annusi e che diventi mentre lasci che il suo profumo ti trasformi.

Tu sei la terra dove si appoggia il tuo piede mentre ci affonda e ne sente la vita.

Tu sei tutto quello che puoi vedere.

Tu sei ogni cosa che tocchi.

Tu sei ogni incontro. Ogni amore. Ogni attimo.

Oltre la paura puoi renderti conto che solo il passato ed il futuro possono impedirti di vivere nell’essere che sei. E goderne ogni attimo. Qualsiasi cosa tu faccia. Qualsiasi cosa accada.

Se accade il bene vivilo. Non chiederti quanto possa durare. Vivilo e basta e sarà per sempre te.

Se accade il male vivilo. Osserva fino a dove puoi accettarlo. E smetti quando ti accorgi che lo puoi superare. Se ti sposti senza ascoltarlo… lo porterai con te. La paura va attraversata.

Puoi camminare sul fuoco o attraversare una strada per andare incontro ad una persona che ti piace.

E sempre, sempre, sempre puoi osservare se stai andando verso qualcosa o se ti allontani da altro…

Qualsiasi decisione…agiscila. Piena. Respirala.

E accorgiti che in quello spazio in cui vai dentro la tua vita attimo dietro attimo…nulla conta più di esserci. E là non vi è alcun pensiero che ti distanzia dalla presenza.

Là sei.

Come io sono.

E nel tempo che ci siamo incontrate tutto è accaduto.

Buon viaggio a te.

Buon viaggio a chiunque sia scivolato dentro questo post. A chiunque ne sia stato catturato.

Ama quello che sei.

Michela

“Sull’amore e sulla Solitudine”

“…tutti sono in grado di conoscere l’amore, ma potete farlo solo se considerate i fatti con molta chiarezza, senza resistenze, senza giustificarli e senza precipitarsi a spiegarli. Semplicemente osservate le cose da vicino, con grande precisione e grande chiarezza. Che cos’è questa cosa che chiamiamo amore? Chi mi ha posto la domanda afferma che è qualcosa di esclusivo, e che include tanto la gioia che il dolore. L’amore è esclusivo? Potremo scoprirlo esaminando ciò che chiamiamo amore, ciò che il cosiddetto uomo della strada chiama amore. Non esiste l’uomo della strada. C’è solo l’uomo, come voi e come me… C’è solo l’uomo, voi e io, con il nostro dolore, le nostre ansie e paure…” (J. Krishnamurti)

A volte, con la nostra piccola e indaffarata mente… fermarsi un attimo a riflettere più profondamente consente di riconnettersi con noi stessi.

Vi lascio con questo scritto di J. Krishnamurti. Un uomo le cui parole sanno passare tra le pieghe dell’anima per arrivare proprio al centro del tuo essere…come ogni attimo di vita che vivi pienamente.

(“Bombay, 12 marzo 1950″ tratto da “Sull’amore e la solitudine” J. Krishnamurti)

Che cos’è la nostra vita? Per scoprire che cos’è l’amore cominciamo da quello che conosciamo.

Che cos’è il nostro amore? E’ una mescolanza di piacere e dolore, e sappiamo che è esclusivo, privato: mia moglie, i miei figli, la mia nazione, il mio Dio. Lo percepiamo come una fiamma tra il fumo, lo conosciamo attraverso la gelosia, attraverso il predominio, attraverso il possesso, lo conosciamo attraverso la perdita quando l’altro non c’è più. Quindi sperimentiamo l’amore in quanto sensazione, giusto? Quando diciamo di amare, sentiamo gelosia, paura e ansia. Affermando di amare qualcuno, implicitamente parlate di gelosia, di desiderio di possesso e dominio, di paura della perdita, e così via.

Chiamiamo amore tutto questo, e non conosciamo un amore senza paura, senza gelosia e senza possessività. Teorizziamo un amore privo di paura e lo definiamo impersonale, puro, divino o Dio sa come, ma il fatto è che siamo gelosi, che siamo possessivi, che vogliamo dominare. Ma potremmo conoscere l’amore solo quando la gelosia, il possesso e il dominio avranno fine. Finchè possediamo, non ameremo mai.

Invidia, possessività, odio, il desiderio di dominare la persona o la cosa che diciamo mia, il desiderio di possedere e di essere posseduti, sono tutti processi mentali, non è vero? Ma l’amore è un processo mentale? L’amore è il prodotto della mente? Per la maggior parte di noi, sì. Non dite di no, sarebbe assurdo negarlo. Non negare la realtà che il vostro amore è un prodotto della mente. Lo è di sicuro. Altrimenti non sareste possessivi, non vorreste dominare, non direste: “E’ mio”. Il fatto che lo diciate dimostra che è un prodotto della mente. L’amore per voi è un processo del pensiero. Potete pensare quanto volete alla persona che amate, ma questo pensare alla persona amata, è amore? Quando pensate alla persona che amate? Quando se n’è andata, quando non c’è più, quando vi ha lasciato. Ma appena non vi mette più in crisi, appena potete dire: “E’ mia” non la pensate più. Così come non pensate ai mobili di casa vostra: vi appartengono. E’ scattato un processo di identificazione per evitare di essere messi in crisi, per evitare turbamenti, ansie, sofferenza.

Avvertite la mancanza della persona che dite di amare solo quando c’è qualcosa che non va, quando vi causa sofferenza. Se invece la possedete non dovete pensarci, perché il possesso serve a proteggere dalle crisi. Quando però il possesso è in pericolo, cominciate a pensare a quella persona e vi dite “La amo”. Perciò il vostro amore è una semplice reazione mentale, vero?

Il vostro amore è una semplice sensazione, e una sensazione non è certamente amore. Pensate alla persona amata quando siete con lei? Quando la possedete, la tenete, la dominate e la controllate, quando potete dire: “E’ mia, è mio” il problema non sussiste.

Finchè avete la certezza del possesso,  non si pone nessun problema. La società e tutto ciò che vi siete costruiti attorno vi stimola a esercitare il possesso per non essere messi in crisi, pen non doverci pensare. Il pensiero nasce solo dalla crisi e sarete sempre suscettibili di entrare in crici finch’è chiamerete amore un semplice processo di pensiero.

L’amore non è certo un prodotto della mente, ed è proprio perché i prodotti della mente hanno intasato il nostro cuore che non abbiamo amore. I prodotti della mente sono la gelosia, l’invidia, l’mabizione, il desiderio di essre qualcuno, di avere successo.

Questi prodotti  della mente intasano il vostro cuore e voi dite di amare. Ma come potete amare se avete in voi questo groviglio? Se c’è fumo, può esserci la pura fiamma? L’amore non è un prodotto della mente, e l’amore è l’unica soluzione ai nostri problemi. L’amore non appartiene alla mente e una persona che accumuli denaro o nozioni non può conoscere l’amore perché vive di prodotti  della mente. Le sue azioni provengono dalla mente, e tutto ciò che tocca lo trasforma in problemi, confusione, sofferenza.

Ciò che chiamiamo il nostro amore è un prodotto della mente. Osservatevi e vedrete che quello che dico è clamorosamente vero. Se non fosse così la nostra vita, i matrimoni, i rapporti sarebbero completamente diversi, vivremmo in una società totalmente diversa. Ci uniamo a un’altra persona non attraverso la fusione, ma attraverso un contratto: il matrimonio, che dovrebbe essere amore. Ma l’amore non fonde e non regola, non è personale né impersonale: è uno stato dell’essere. Chi desidera fondersi con qualcosa di più grande, unirsi ad un’altra persona, vuole evitare il dolore, la tristezza. La sua mente è ancora separativa, disintegrativa. L’amore non conosce fusione né diffusione, non  è personale né impersonale: è uno stato dell’essere irraggiungibile dalla mente. La mente può descriverlo, aplicargli un nome o una definizione; ma la parola, la descrizione, non è l’amore.

Solo quando la mente è silenziosa conosciamo l’amore e questo stato di calma non è qualcosa che si coltiva. Coltivare è ancora un processo mentale, la disciplina è ancora un prodotto della mente; e una mente disciplinata, controllata, soggiogata, una mente che resiste e che descrive, non può conoscere l’amore. Tutto quello che leggete, tutto quello che sentite dire sull’amore, non è amore.

Solo se abbandonate i prodotti della mente, solo quando il vostro cuore si svuota dei prodotti della mente, c’è amore.

Allora saprete cosa significa amare senza separazione, senza distanza, senza tempo e senza paura. L’amore non è riservato a pochi, non conosce gerarchie: è semplicemente amore. Solo quando non c’è amore ci sono i molti e non l’uno, c’è il senso di esclusivismo. Se amate non c’è “tu” né “io”.

In questo stato dell’essere c’è solo la fiamma senza fumo.”

Non è detto che si debba condividere proprio tutto di ciò che si legge…ma poter cogliere un messaggio che si adatta alla nostra anima, questo sì.

Buona giornata!

Qui nevica!

Pensala come vuoi! …ma se pensi al meglio, stai meglio ;-)

E’ estate. Questo bel sole riscalda e rallegra e la maggior parte delle persone si sente più aperta d’estate.

E’ bello crederci. D’estate tutto sembra più ‘leggero’ 🙂

Oggi vi riporto un pensiero di Louise Hay. Anche se personalmente credo che ci sia una parte importante di azione per stare bene, le sue teorie sul pensiero positivo possono essere ispiranti. Aprire una prospettiva costruttiva alla vita che vuoi.

Ho scelto per voi uno dei suoi ‘mantra’ ispiratori. E chi vuole…può sperimentarlo. Ogni giorno! Decidi tu come giocare con i tuoi pensieri. 😉

“Nell’infinità della vita che vivo,

tutto è perfetto, integro e completo.

Ciascuno di noi, inclusa me stessa, sperimenta la ricchezza e la pienezza della vita

in modi densi di significato per noi.

Osservo ora il passato con amore e scelgo

di imparare da quelle remote esperienze.

Non esiste il giusto o lo sbagliato, né il buono o il cattivo.

Il passato è morto e sepolto.

C’è solo l’esperienza del momento.

Mi amo perché guido me stesso

attraverso il passato, all’attimo presente.

Condivido ciò che sono e chi sono,

poiché so che tutti noi siamo uniti in Spirito.

Nel mio mondo, tutto va per il meglio.” (Louise Hay “Puoi guarire la tua vita”)

Uno dei libri che chiunque stia poco bene dovrebbe leggere, per ritrovare il suo navigatore. La sua bussola.